CINA


La Cina ha un'antica tradizione tessile di cui il cotone ne e' protagonista ed e' in assoluto la piu' grande produttrice al mondo. Ogni anno dalle sue fertili terre bagnate dal fiume Yangzee e dai suoi affluenti, raccoglie circa 6 milioni di tonellate ed occupa circa 5 milioni di ettari con una resa di circa 1.200 kg per ettaro. La produzione di cotone e' sopratutto concentrata nella provincia nord occodentale dello Xinjiang mentre il resto e' suddiviso tra le sei procincie orientali dello Hebei, Shandong, Henan, Jangsu, Hubei ed Anhui. Queste sei provincie producono per la maggione il cotone di varieta' "upland" ovvero quello di lunghezza di fibra media, mentre la provincia dello Xinjiang produce sopratutto la varieta' di fibra lunga cioe' "Long e Extra Long Staple".

La stagione della semina ha inizio ad Aprile e si inoltra fino a meta' Maggio e nel bacino del fiume Yangzee il raccolto si sviluppa con una certa rapidita' dovuto anche alle favorevoli condizioni metereologiche. Nella provincia nord occidentale dello Xinjiang invece la semina avviene con un leggero ritardo a causa dei freddi e secchi venti provenienti dal nord ed a causa di cio' la primavera e' in lieve ritardo. Questa provincia si colloca al confine con altri importanti paesi produttori di cotone quali quelli del Kazakhstan, Kyrgyzstan e Tajikistan, che fecero parte dell'ex Repubblica Sovietica.

Qui' di seguito viene riportato lo schema della produzione di ogni singola provincia

Dal 1950 in poi, l'industria cotoniera e' stata strettamente controllata dal governo centrale, con la determinazione che le aree piantate a cotone raggiungessero il target di produzione prestabilito. Tutto il cotone era acquistato dallo Stato e poi distribuito secondo il piano programmatico. Nel 1978 la riforma rurale, ha stabilito un nuovo sistema di produzione responsabile, ha rimosso il controllo del governo centrale a qualunque decisione di semina ed ha concesso agli agricoltori di decidere liberamente quale prodotto seminare a secondo del libero andamento del mercato e dei prezzi. In ogni caso il governo ha mantenuto il controllo del commercio, obbligando gli agricoltori a vendere il prodotto coltivato solo allo Stato tramite le molteplici Cooperative Federali. Quindi in modo virtuale, lo Stato ha potuto ancora dettare l'andamento di produzione aggiustando il prezzo di acquisto e conseguentemente manipolando cosi' il quantitativo del raccolto. Le Cooperative Federali sono state designate quali esclusivi agenti responsabili nell'acquisto di tutta la produzione delle varie regioni al prezzo stabilito ed incaricate nella vendita alle varie industrie tessili o alle agenzie di esportazione statali. Le eccedenze venivano vendute allo Stato o restavano nei magazzini delle Cooperative, creando cosi' un deposito finanziario. Solo nel 1998, il Governo decide di liberalizzare completamente il mercato e dopo tale riforma non puo' influenzare in nessun modo l'andamento dei prezzi. A seguito di cio' l'acquisto e la vendita segue finalmente la vera legge della domanda e dell'offerta. La Cina oggi importa ed esporta il cotone seguendo il libero andamento dei prezzi internazionali, bilanciando cosi' la necessita' del suo consumo interno e dell'eventuale richiesta all'esportazione. Con un attuale consumo interno di circa 13 milioni di tonnellate annue pero', la produzione di cotone e' insufficiente a coprire la necessita' dell'industria tessile domestica e conseguentemente a cio', la Cina e' diventata tra i maggiori importatori di cotone ed i forti acquisti improvvisi spesso influenzano notevolmente l'andamento delle borse internazionali.

Nella regione dello Xingjang, dove viene seminato circa il 30 percento della totalita' del cotone cinese, la popolazione e' per il 46 percento di etnia "Uyghur" ed il restante e' cinese di dinastia "Han", maggioritario della Cina. Gli Uiguri, come vengono definiti in italiano, sono un'etnia turcofona e minoranza islamica e formano uno dei 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti in Cina. Sono loro che per la maggiore provvedono alla raccolta del cotone e attualmente lottano per avere la parita' di diritti e di salari, considerati inferiori a quelli dei cinesi "Han". Per la raccolta del cotone, comunque, circa un milione di agricoltori arrivano nello Xinjiang dalle provincie limitrofe ed il loro salario equivale a circa US$ 250,00 per due mesi. Essi lavoreranno duramente da agosto a novembre nei campi.

Il cotone della provincia dello Xinjiang e' per la maggiore un cotone a fibra lunga "Extra Long Staple". Storicamente e' noto che ha avuto origine da una migrazione di militari per controllare le zone di confine. Queste truppe si sono stabilite qui iniziando a dedicarsi all'agricoltura per sopravvivere, creando successivamente delle famiglie. La maggior parte della ginnatura e del commercio avviene ancora oggi ad opera delle Brigate, reggimenti dell'esercito cinese. La lunghezza delle fibre arriva anche a 36-37 mm, il micronaire oscilla tra 3,5 e 4,0 con una buona resistenza. E' un cotone con una buona pulizia, usato soprattutto dai filatori cinesi mentre e' meno presente sui mercati internazionali rispetto ai cotoni egiziani e americani.