IL PROCESSO TESSILE COTONIERO


I primi segni di un'organizzazione delle attivita' del settore tessile italiano su scala industriale, con l'impiego di forza motrice centralizzata e di macchinari meccanici, risalgono ai primi trent'anni del 19esimo secolo. Questo processo si sviluppo' molto gradualmente e investi inizialmente solo una delle fasi della produzione, quella della filatura, che consisteva nella trasformazione della materia prima grezza in filo.

A meta' del 19esimo secolo si contavano gia' meno di mille piccole fabbriche, nei diversi segmenti, quali: seta, cotone, lino e lana. Di queste, solo una piccola parte raggiungeva apprezzabili dimensioni, ma, anche grazie alla fitta rete di relazioni con i numerosissimi nuclei di lavoranti a domicilio, la loro presenza iniziava a influenzare la fisionomia di aree fino ad allora dedite pressoche' esclusivamente all'agricoltura.

A Como e Milano si consolido' il fulcro della produzione serica. Biella, Schio e l'area toscana di Prato si distinsero per le manifatture laniere. Il cotone veniva lavorato prevalentemente tra Legnano e Castellanza, oltre che nel Milanese. Altri aspetti salienti attorno ai quali si strutturava l'industria tessile italiana nella prima meta' del 19esimo secolo erano la disponibilita' di risorse idriche per l'alimentazione della forza motrice, l'ampia riserva di manodopera a costi relativamente bassi e la protezione doganale accordata dai vari stati italiani dopo il 1815.

All'inizio del 20esimo secolo, si era distinto un ristretto nucleo di imprese piu' solide, comprendente per es. il Cotonificio Cantoni e la Lane Rossi. Queste industrie, strutturatesi da tempo nella forma di societa' per azioni e contando tra i propri azionisti anche alcune banche locali minori, non coinvolte dalla crisi bancaria di fine Ottocento, avevano mirato a ridurre il vincolo alla crescita rappresentato da un'insufficiente dotazione di capitale.

Nel secondo dopoguerra, il settore tessile fu tra quelli che mostrarono i piu' intensi tassi di sviluppo della produzione. Aveva inizio in quegli anni, infatti, la graduale diffusione delle fibre artificiali che, soprattutto per merito del rapido sviluppo delle fibre sintetiche (poliestere, poliammide, fibre acriliche), nel corso degli anni Settanta, avrebbero assunto un peso comparabile a quello delle fibre naturali (cotone e lana) nella produzione e nel consumo mondiale.

Gia' sul finire degli anni Settanta, ma ancor piu' intensamente nel corso degli anni Ottanta, l'industria tessile italiana intraprese un intenso processo di ristrutturazione per rispondere al rapido mutamento del quadro competitivo e noi, ne fummo testimoni e nel nostro settore diventammo senza dubbio "protagonisti".