AFRICA OCCIDENTALE


Il cotone africano e' unanimemente riconosciuto come uno dei migliori in termini di qualita' della fibra di varieta' "upland" e cioe' di media lunghezza. Viene solitamente coltivato dalle famiglie contadine su superfici inferiori all'ettaro e costituisce spesso l'unica o principale entrata economica della famiglia.

La coltivazione del cotone e' stata posta in opera in tutti i paesi dell'area francofona dell'Africa Occidentale dalla "Compagnie Francaise pour le Developpement des Textiles" (CFDT), societa' francese a capitale misto fondata nel 1949, in collaborazione con l'Institute de Recherche du Coton et des Textiles Exotiques (IRCT) creato con l'appoggio del Governo Francese nel 1946.

Il cotone e' stato imposto ed impiantato durante il periodo coloniale in particolare nell'Africa Centrale, ma e' soprattutto a partire dall'indipendenza che, con l'appoggio della CFDT e dell'IRCT, la coltura del cotone si e' continuamente sviluppata nella zona saheliana.

Avvene cosi' una "africanizzazione" delle strutture di sviluppo della coltura attraverso delle societa' nazionali ad economia mista (con la partecipazione della CFDT); nel anno 1971 nel Ciad (COTONCHAD), nel 1974 Senegal (SODEFITEX), Costa d'Avorio (CIDT), Camerun (SODECOTON); nel 1975 Mali (CMDT); nel 1979 Burkina Faso (SOFITEX), Repubblica Centrafricana (SOCADA). Esistono inoltre accordi stipulati dalla CFDT con il Togo ed il Niger. Il Benin al contrario ha registrato una rottura dei rapporti fra CFDT e le autorita' nel 1974.

Bisogna notare che la CFDT interviene come agente di vendita quasi esclusivo in Mali, Senegal, Burkina Faso, Centrafrica, importante in Costa d'Avorio e Camerun, marginale in Togo; il Ciad commercializza direttamente il suo cotone in collegamento con la CFDT, mentre il Benin utilizza diversi intermediari per collocare il prodotto sul mercato internazionale; alcune societa' africane hanno acquisito compartecipazioni nella CFDT (CMDT, SODEFITEX, CIDT). Spesso queste societa' oltre a svolgere una funzione di organizzazione della produzione esercitano anche il ruolo di organismi di sviluppo integrato attraverso la volgarizzazione delle tecniche agricole e diffuse azioni sociali ed educative (formazione dei contadini, animazione sanitaria e promozione di associazioni di base dei contadini).

Quello dell'Africa Occidentale sub-sahariana e' un caso emblematico. Qui ci sono tra i 2 e i 3 milioni di contadini che dipendono, direttamente o indirettamente, dal cotone e sostengono circa 15 milioni di persone. Si tratta di piccoli coltivatori che ogni anno in Paesi come Mali, Burkina Faso, Ciad e Benin cercano di tirare avanti e producono tonnellate di "oro bianco" senza pero' riuscire a guadagnare abbastanza da sfamare dignitosamente la famiglia e mandare i figli a scuola. Questi contadini sono tra le persone piu' povere del pianeta, con un indice di sviluppo umano che colloca Burkina Faso, Benin, Ciad e Mali rispettivamente al 169esimo, 158esimo, 166esimo e 164esimo posto nella classifica dei 173 Paesi piu' poveri monitorati dalle Nazioni Unite. Eppure questi Stati insieme assicurano il 10% della fibra sul mercato, e il cotone rappresenta il 42% delle esportazioni per il Mali, il 34% per il Ciad, il 45% per il Burkina Faso e il 65% per il Benin, costituendo per ciascuno di essi tra il 5 e il 10% del loro Prodotto interno lordo (Pil).